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Immagine del redattoreSara Cerullo

Belladonna of Sadness - Eiichi Yamamoto - 1973


 

Nel 1973 lo studio di animazione Mushi Production produsse uno dei film d’animazione con una potenza narrativa e visiva incredibile, purtroppo non riconosciuta all’epoca e poco apprezzato. Il film in questione è “Belladonna of Sadness” (Kanashimi no Beradonna), terza ed ultima opera della trilogia per adulti “Animerama”, composta da “Le mille e una notte” (1969) e “Cleopatra” (1970). All’epoca il film fu un tale insuccesso che portò addirittura alla chiusura e al fallimento stesso dello studio d’animazione.

In seguito il film è stato riscoperto e proiettato in alcuni paesi Europei ed in Giappone; nel 2016 è stato rimasterizzato e restaurato in 4k, ma rimane ancora inedito nel mercato home video italiano.

Diretto e co-scritto da Eiichi Yamamoto, è liberamente ispirato al saggio di Jules Michelet “La Sorcière” (“La Strega”) del 1862: racconta la storia dei novelli sposi Jeanne e Jean, abitanti di un villaggio della Francia medievale, che si vedono costretti la prima notte di nozze a fare i conti con il famoso “ius primae noctis”, che impone alla sposa di perdere la verginità con il feudatario. Si compie però uno stupro rituale di gruppo, che coinvolge anche il resto dei cortigiani, e dopo quest’evento traumatico il rapporto tra Jeanne e Jean si complica e Jeanne farà un patto con il diavolo per proteggere l’uomo che ama e ottenere la sua vendetta ed emancipazione.

Dal punto di vista tecnico il film è stato definito psichedelico, visionario ed avanguardistico per il suo potere di ipnotizzare lo spettatore, attraverso immagini violente ed erotiche. Le inquadrature sono prevalentemente statiche, poiché riprendono la tradizione degli emakimono, opere illustrate giapponesi, disegnate o stampate su rotoli, che fondono immagini a parole. Nel film le parole sono prevalentemente affidate ad un narratore esterno ed alle canzoni e musiche realizzate da Masahiko Satoh, capaci di rendere il senso di disagio di alcune scene con una musicalità tra il jazz e il rock progressivo.


“Belladonna of Sadness” è un inno alla libertà in tutti i sensi, libertà di pensiero, libertà sessuale e libero arbitrio in generale, ed i titoli di coda del film sottolineano questa tematica, mostrando il dipinto de “La Libertà che guida il popolo” (1830) di Eugène Delacroix. È un film pionieristico e molto attuale, considerando le tematiche care al nostro periodo storico. La figura della donna viene esaltata e celebrata come potenza della natura, pronta a sacrificarsi per ottenere un bene collettivo. È mostrato un ribaltamento dei ruoli, per la società e la cultura di allora, in cui Jeanne si prende cura e protegge Jean. Interessante è come la protagonista non sia presentata come una santa ma pronta a qualsiasi atto pur di ottener ciò che ritiene giusto e per occuparsi del suo uomo.

Il titolo del film fa riferimento alla pianta-fiore belladonna, spesso associata alla figura delle streghe, perché capace di guarire ma anche di provocare allucinazioni. Visivamente l’effetto allucinogeno della belladonna viene rappresentato dalle variazioni ed esplosioni di colori dei disegni dell’illustratore Kuni Fukai, ispirati ai dipinti di Klimt e Schiele. Jeanne è accomunata a questo fiore perché, in seguito al patto con il diavolo, riesce a guarire fisicamente ed emotivamente le persone, ma ciò la porterà ad essere additata come strega e quindi un pericolo per la comunità, perché troppo determinata e assetata di libertà. Ciò che spaventa e terrorizza in primis i potenti e gli abitanti del villaggio è la sua bellezza e sensualità, visti come strumento del demonio.

Jeanne è una nuova Giovanna d’Arco che non si immola in nome di un Dio ma in nome di se stessa e della propria autodeterminazione, per garantirla a tutti. Emblematica è la scena finale durante la quale tutto il villaggio, che assiste al rogo della “strega”, assume le sembianze di Jeanne, per trasmettere il messaggio che dobbiamo tutti essere o imparare ad essere come lei, risoluti e liberi.

Potente è la riflessione sulle ripercussioni psicologiche di chi subisce una violenza e di chi è vicino alla vittima, che si porta dietro la sensazione di impotenza nel non poter aiutare la persona amata. La conseguenza di tutte le azioni e di tutto ciò che ci accade ci determina e porta ad un cambiamento profondo dell’animo, che può essere espresso ed affrontato diversamente da ciascuno di noi. Nel caso di Jeanne, tutto il dolore e il rancore vanno ad alimentare la parte vendicativa che è in lei, rendendola sempre più fredda, consapevole ed anche spietata. Si analizzano così le mille sfaccettature dell’essere umano, la bellezza e l’orrore dell’umanità in tutte le sue forme, capace di fare tanto bene quanto compiere azioni deplorevoli, un essere imperfetto dove il confine tra bene e male è quasi inesistente e spesso è fondamentale una giusta dose di entrambi per raggiungere un bene superiore.



Sara Cerullo

34 visualizzazioni2 commenti

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2件のコメント


liacerullo
2023年4月14日

Una sintesi del film molto intensa e concisa con una bellissima spiegazione della libertà in tutte le sue forme, che tutte le donne dovrebbero avere.

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Maria Ciotta
Maria Ciotta
2023年4月14日

Bellissima l'analisi e interpretazione della figura femminile

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