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Immagine del redattoreSara Cerullo

Mad God - Phil Tippett - 2021


 

Nel 2022, dopo ben trent’anni di lavorazione, è stato distribuito quello che si può definire come il capolavoro dell’animazione in stop-motion: “Mad God” di Phil Tippett.

Tippet è un famoso designer di effetti speciali, ricordato soprattutto per il suo lavoro di effetti visivi in Guerre stellari e Jurassic Park. Ma è anche un regista e da sempre si occupa della stop-motion e go-motion, realizzando diversi corti che sono il preludio di questo film sconvolgente.

“Mad God” è un film d’animazione sperimentale per adulti che non ha una trama vera e propria ma è un’esperienza visiva e simbolica, capace di toccare ed affrontare diverse tematiche incentrate sul concetto di vita e morte, creazione e distruzione.


Lo spettatore segue le vicende di questo viaggiatore, l’Assassino, che lungo il suo percorso sarà e ci renderà testimoni e partecipi di un teatro angosciante di crudeltà e miseria. Il suo viaggio giungerà a termine ma quello dello spettatore no, catapultato in un trip allegorico angosciante e raccapricciante.

Il film, nonostante la sua presunta assurdità, racchiude tutto il male e la cattiveria che c’è al mondo. L’orrore della guerra e la disumanità dell’uomo, in un mondo dove si conosce solo distruzione e in cui entra in gioco lo spirito di sopravvivenza ed una forma di egoismo che vince su tutto. Ciò che realmente angoscia è vedere la totale assenza di compassione e la solitudine in cui versano gli strani esseri del film.


È un opera con una visione scettica e cinica sul senso della vita e dell’esistenza: nulla ha realmente importanza, tutti sono fagocitati in una realtà volta alla creazione ma che porta e prevede la distruzione come atto creativo. È una catena di montaggio infernale in cui Tippet condanna tutti, senza possibilità di redenzione e riscatto.

Il titolo del film fa riferimento ad un altro tema fondamentale: la religione, l’autodeterminazione e libero arbitrio. Tutte le creature del film sono governate da un’entità superiore che le costringe a sacrificare la loro vita per portare avanti la “grande macchina”. L’unico personaggio che sembra “libero” è l’esploratore, ma in realtà si scoprirà che anche esso è costantemente mosso e guidato da un burattinaio. C’è un conflitto quindi tra esseri comandanti, le “divinità”, ed esseri comandati, i sudditi, ma entrambi devono sottostare all’unica divinità a cui non possono opporsi: il tempo, reso visivamente attraverso ragnatele e decomposizione e sonoramente con un ticchettio martellante che anima le scene.

Phil Tippet è esso stesso un Mad God: “God” perché è un dio creatore di mondi e creature; “Mad” perché dà vita a qualcosa di tanto mostruoso quanto umano.

Ha regalato un viaggio folle in un mondo tormentato, fatto solo di suoni animaleschi e mostruosi che riescono quasi ad infastidire la visione e rendono appieno l’atmosfera apocalittica creata.

Tecnicamente parlando Tippet ha raccolto e ampliato i suoi esperimenti in stop-motion facendoli esplodere in un’opera immensa, con una regia fatta di primi e primissimi piani per poi spaziare sui campi lunghi e catapultare lo spettatore in questo modellino perverso, facendogli vivere emozioni scomode.

“Mad God” è un incubo alla Bosch, talmente inquietante che si sente il bisogno di continuare a guardare e riguardare.


Sara Cerullo

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