Presentato in anteprima italiana al NOAM Film Festival 2024, Rent Free è il secondo lungometraggio del giovane regista texano Fernando Andrés, alla sua seconda collaborazione con Tyler Rugh, abile sceneggiatore dietro anche al primo film di Andrés, Three Headed Beast. Arrivati a New York dal Texas per una vacanza, Ben e Jordan, migliori amici fin dall’infanzia, valutano l’ipotesi di trasferirsi nella Grande Mela per iniziare un nuovo capitolo della loro vita. Quando però vengono cacciati dall’appartamento degli amici in cui alloggiavano, sono costretti a fare ritorno ad Austin, a casa della ragazza di Jordan. Lì, dopo una sbronza, i due decidono di trattare questo stile di vita da “couch surfing” come un esperimento sociale e approfittare dell’ospitalità dei loro amici per vivere un anno intero senza pagare l’affitto.
Un espediente molto originale dà il via a una sorta di road movie, in cui i due ragazzi incontrano una varietà di persone, da vecchi amici a sconosciuti conosciuti solo online. Il film è abile nel dosare i tempi comici, che, pur non essendo mai il fulcro della narrazione, aggiungono leggerezza a un racconto che comunqeu fa del suo tono dichiaratamente giocoso una forza, ma che è lo stesso capace di emozionare più volte grazie ai numerosi temi intimisti trattati. Che si tratti dell'impossibilità per i giovani di trovare il proprio posto in una società competitiva e priva di spazio per la cultura, o delle difficoltà vissute da un ragazzo della comunità LGBTQ+, Rent Free dosa con maestria ogni parola, riuscendo a trasmettere più di un messaggio. Alla fine della visione, lo spettatore rimane piacevolmente sorpreso, colpito dall'efficacia del racconto dei temi trattati.
Normalmente una parte della recensione è dedicata all'analisi tecnica e registica, ma con Rent Free il discorso cambia: il budget è stato esiguo, raccolto tra amici e collaboratori del regista e speso quasi per metà in feste post fine set. Di conseguenza, durante la visione emergono dettagli fuori posto, come errori di continuità o la presenza di enormi lampade visibili fuori dalle finestre. In un film ad alto budget, questi difetti avrebbero fatto gridare allo scandalo, ma in un progetto così indipendente, quasi documentaristico, queste imperfezioni diventano un pregio: l’essenza del film di Andrés è proprio quella di un’opera artigianale, capace di comunicare in modo diretto e genuino. Degno di nota è invece il montaggio, che in più di un’occasione eleva le scenette comiche, contribuendo al ritmo e all’efficacia del racconto.
Insomma, Rent Free è davvero una piccola gemma del cinema indipendente statunitense, un esempio di come le limitazioni economiche possano trasformarsi in un punto di forza, consentendo al film di entrare in contatto profondo con il pubblico.
Tommaso Malguzzi
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