L’ultima pellicola di Pedro Almodóvar racconta la storia di due amiche, interpretate da Julianne Moore e Tilda Swinton, che si rincontrano dopo molti anni in un momento delicato: il personaggio di Tilda Swinton è infatti in fase terminale a causa di un tumore alla cervice. Mentre il loro legame si fa sempre più intenso, la protagonista interpretata dalla Swinton formula una richiesta inaspettata all’amica, mettendola di fronte a una scelta difficile.
E’ un’opera che non brilla ma allo stesso tempo riesce a difendersi. Chiariamoci: è uno dei migliori film del festival? No. E’ degno dei migliori lavori del regista spagnolo? Neanche. Tuttavia non si può neanche definire un film fallimentare; ha delle intenzioni chiare ed apprezzabili, ma affrontate in modo troppo superficiale. Tematiche come la paura della morte, l’importanza dell’eutanasia, i problemi legati al riscaldamento climatico, troppe cose messe insieme che necessiterebbero di essere affrontate a pieno in un film separato per ogni tematica in questione, proprio perché se si parla di troppo si finisce per non parlare di nulla. Mi spiego: non è questo il caso, i temi vengono affrontanti con grande cognizione, Il problema però è che viene tutto trattato in maniera troppo didascalica e in alcuni casi, anche fuori contesto. La regia di Almodovar è sicuramente riuscita, a tratti invisibile ma perfettamente funzionale al racconto. La composizione scenica si mantiene in linea con lo stile dell’autore, meno saturata e pomposa rispetto al solito, ma con un uso dei colori fondamentale e diegetico, rappresentando l’emotività che contraddistingue il rapporto tra le due protagoniste, le loro paure e i loro dolori. Nel complesso il film funziona su diversi livelli, anche le performance attoriali rimangono degne di nota, con una struggente Tilda Swinton e una delicatissima Julianne Moore; anche John Turturro riesce a lasciare il segno pur avendo uno screentime assolutamente ridotto. Insomma non è un film brutto, ma neanche indimenticabile, può essere apprezzato come disprezzato. Non biasimerei nessun lato della medaglia, di certo però non è un film che riguarderei.
Vincent Ridolfi
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