Charlie è un uomo obeso che vive in situazioni precarie, non esce dal suo confine domestico e rifiuta di essere curato nonostante la sua vita sia giunta al limite. Vive un senso di insoddisfazione per via di alcune scelte che ha compiuto nella propria vita, tanto che arrivato al capolinea, cerca di riallacciare i rapporti con la figlia per avere un’ultima possibilità di redenzione.
"The Whale" è un viaggio psicologico che necessita di essere vissuto in sala per poter beneficiare dello spessore emotivo che merita. Un’opera pacata nella forma ma carica di contenuto, che cala lo spettatore nell’animo di un Brendan Fraser monumentale e di un cast che sa tenergli testa senza strafare. Le logiche narrative e di messa in scena sovvengono ai dettami di una sceneggiatura di matrice teatrale, dove anche la regia di Aronofsky appare quasi invisibile fatta eccezione per uno straordinario climax finale nel quale lascia emergere la magnificenza del suo sapiente sguardo autoriale. Forse il lavoro più intimo del regista americano, che riesce a stupire nonostante di primo impatto sembri dirigersi verso una direzione che sa di già visto. Un film che colpisce nell’animo, un’esperienza cinematografica che raggiunge delle vette emotive poche volte viste negli ultimi anni.
Vincent Ridolfi
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