Dopo il fenomeno "Top Gun Maverick", sequel fuori tempo massimo del titolo del 1986 diventato campione d'incassi nella classifica del box office del 2022, ecco arrivare anche da noi "Twisters" reboot/remake/sequel del film cult di Jan De Bont uscito circa 27 anni fa.
"Twisters" sembrava imporsi, quantomeno stando alla campagna promozionale messa in atto qualche mese fa, come il blockbuster medio figlio dei nostri tempi: trama pretestuosa, sforzo artistico minimo e tantissima spettacolarità fine a se stessa; lieto di essere stato smentito.
Twisters infatti, non soltanto riesce ad eclissare senza produrre il benché minimo sforzo il film del '96 (non che ci volesse molto) ma ad elevare il concetto di blockbuster regalando al pubblico un prodotto di intrattenimento molto più consapevole e tridimensionale rispetto a quello che ci saremmo potuti aspettare.
I personaggi presentati rappresentano l'epicentro della narrazione, il cuore pulsante del prodotto, a cui viene affidata una caratterizzazione che seppur semplice, riesce a rendersi incisiva e stratificata al punto che persino i caratteri secondari riescono a farsi ricordare nonostante il poco screentime concesso.
Protagonisti efficaci (Glen Powell e Daisy Edgar-Jones davvero bravissimi e affiatati) che si inseriscono notevolmente all'interno dell'impianto estetico-narrativo messo in campo da Lee Isaac Chung (già regista di "Minari") che attraverso un punto di vista più "autoriale" opta per una messa in scena quadrata ed elegante, volta a mettere in risalto tanto gli sterminati paesaggi dell'Oklahoma, quanto l'espressività e i corpi dei personaggi di cui non ci viene fatto perdere nemmeno un tratto espressivo.
Le sequenze "action" sono senza dubbio ispirate e in grado di stimolare gli istinti più goliardici per cui lo spettatore si è recato in sala, ma anche queste, in virtù di quanto descritto nelle righe precedenti, si concedono la giusta misura evitando di eccedere in un armonia assordante di immagini consequenziali senza alcun costrutto estetico ponderato a priori, influendo peraltro in modo imprescindibile nello sviluppo tensivo delle vicende, che tengono sempre sull'attenti con la giusta dose di fomento e adrenalina.
Da non sottovalutare inoltre un accenno di critica sociale, che seppur appena suggerita e non eccessivamente sviscerata, si fa comunque sentire aprendo a degli spiragli narrativi veramente interessanti, utili ad apportare maggior significato alle immagini che si susseguono sullo schermo; lo strapotere dei potenti pronti ad approfittarsi del prossimo in difficoltà, la scarsa cura nei confronti dell'ambiente circostante e la povertà di altruismo in un mondo sempre più cinico ed egoriferito sono solo alcuni dei discorsi che "Twisters" prova ad intavolare; certo, non sempre in maniera efficace e puntuale, ma per un prodotto di questo tipo che sembrava, almeno in apparenza, puntare a tutt'altro, non posso negare di essere stato piacevolmente preso in contropiede.
Fiondatevi come un tornado nelle sale e dategli una possibilità; potrete sperimentare, una volta terminata la visione, di come il modo di dire "mai giudicare un libro dalla copertina" sia un esempio estremamente calzante se applicato a questo titolo, o nel peggiore dei casi di constatare come Glen Powell (visto il chiacchiericcio e i riconoscimenti in giro per il mondo per i 3 film a cui ha preso parte quest'anno) abbia l'agente che tutti noi vorremmo avere al nostro fianco nelle scelte lavorative di tutti i giorni.
Jackie Soprano
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